Recensione "Sazio di giorni" - Yoram Kaniuk


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TitoloSazio di giorni

AutoreYoram Kaniuk

Casa editriceGiuntina

Pagine90

Data di pubblicazione2014

Valutazione

Ci sono uomini che vorrebbero vivere per sempre. Ma come sarebbe possedere il dono dell’immortalità? Ci piacerebbe davvero così tanto? O ne siamo attratti solo perché è una cosa irrealizzabile?
Fermiamoci un attimo a riflettere..
Si può vivere per sempre sì, ma accompagnati dai mille problemi che ci affliggono ogni giorno. E allora che senso avrebbe? L’immortalità non implica la felicità. Più che ad essere immortali dovremmo auspicare a morire “sazi di giorni”.

Orlov è un pittore folle e incompleto.
Come è già capitato in passato ai più grandi artisti, la sua arte non viene compresa e lui stesso si considera un fallimento. Questo accade nel momento in cui l’arte si uniforma all’ etica e “bello” diviene ciò che è conforme al gusto comune.
È proprio la sua originalità, però, che dona alle sue opere un tocco sublime.
In un mondo in cui l’arte sta diventando sempre più mercenaria, Orlov la pensa diversamente:

“Non dipingo per esporre i miei quadri e il mio nome, bensì per nascondere la mia arte, che <> proprio non chiamerei, per carità. Dipingo per comprendere la vita dipinta, per portare a galla la verità nascosta dello spettatore nell’ opera, una verità che lui stesso non sa riconoscere, e per fondermi con la morte. ”

Orlov infatti non dipinge paesaggi, ritratti e nature morte. Orlov dipinge gente morta su commissione.

“Anche Leonardo e Rembrandt hanno imparato a dipingere i morti per sapere di cosa è composta la vita; la morte devi conoscerla mentre sei ancora vivo, non quando è ormai troppo tardi.”

La sua monotonia viene scossa da una telefonata notturna: Magda, novella vedova di un potente uomo d’affari, gli commissiona il ritratto del marito morto, prima che lo portino via.
Orlov lavora tutta la notte in compagnia della novella vedova, a cui racconta un po’ della sua vita, ripercorrendo i passaggi chiave della sua esistenza.
Una conclusione sorprendente stravolgerà la situazione e tramuterà il senso di incompiutezza che affliggeva Orlov, che si scoprirà finalmente un uomo “sazio di giorni”.

Questo libro è stato il mio primo approccio con Kaniuk, ma mi ha subito ricordato lo stile di David Grossman.
In poco più di ottanta pagine Kaniuk è riuscito a rendere ciò che alcuni romanzi non riescono a fare in quattrocento pagine.
Seppur breve, “Sazio di giorni” è un romanzo profondo, dall’intensità unica.

“La morale è transitoria, mutevole. Quello che era morale ai tempi della Bibbia non lo è oggi per noi. La morale è una faccenda da branco, si segue la maggioranza, mentre tu sei sempre stato te stesso. Vivi com'è giusto per te. Sei quello che Kierkegaard chiamava un uomo etico. Segui la tua coscienza anche se tutti gli altri la pensano diversamente.”


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