Recensione "Le due metà del mondo" - Marta Morotti


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TitoloLe due metà del mondo

AutoreMarta Morotti

Casa editriceHarlequin Mondadori

Pagine152

Data di pubblicazione2015

Valutazione

C’è una bellissima frase di Freud che recita a grosso modo così: “Il pazzo è soltanto un sognatore sveglio”.
Al giorno d’oggi l’ aggettivo “pazzo” viene utilizzato forse più del termine “cioccolata” e molto spesso impropriamente.
"Oh, guarda com’è vestito quello! È proprio pazzo!"
"Ma sei pazzo a mangiare tutti quegli hotdog?"
Ebbene si, molti usano questa parola a sproposito senza sapere realmente il suo significato. Nella frase di Freud che ho sopra riportato, è racchiusa tutta l’essenza di questa “pazzia”.

Marta è una ragazza di diciannove anni, vive a Torino con la sua mamma e da poco ha terminato gli esami di maturità.
Il suo più grande sogno è fare la psicologa, ma è costretta ad andare a lavorare in fabbrica per aiutare economicamente la sua famiglia.

“Mio padre diceva che non servivano a nulla i voti alti, che era sufficiente portare a casa il sei, ma sapevo che era felice dei miei piccoli successi. Avrebbe voluto farmi studiare dopo le superiori, ma non potevamo permetterci libri troppo costosi. I soldi erano pochi. I problemi tanti. Lui era un operaio, montava alcuni pezzi di automobili. Mia madre era una casalinga. Avevano bisogno di una mano prima possibile. Mio padre aveva già parlato con alcuni suoi colleghi chiedendo consiglio su come farmi inserire in fabbrica non appena avessi finito la scuola. Me l’ aveva raccontato una sera a tavola. E io avevo solo sorriso. Ma non avevo detto nulla. Non volevo deluderlo. E non volevo deludere me stessa. ”

Maria però vive in un mondo che si è costruita su misura. È la sua safe zone: il solo mondo in cui si sente sicura e adatta alla vita.
Proprio per questo la gente la considera pazza.
Ha messo gran parte dei suoi sentimenti da parte e li ha rinchiusi in un vaso di Pandora. Quando il vaso è pieno, però, basta una sola goccia per farlo traboccare.
La stessa cosa avviene nella vita di Maria.
Arriva un momento in cui la sua vita viene stravolta: il suo unico e migliore amico parte e lei ha bisogno di sfogarsi con qualcuno. La situazione familiare non è delle migliori: un padre assente, una madre che cerca di fare di tutto per farla sentire amata e protetta e una vicenda particolare alle spalle. È proprio questa vicenda che ha spinto Maria a costruire il suo mondo inventato: Maria non accetta la realtà e se ne costruisce una per conto suo.
Dopo la partenza del suo amico Salvatore Maria decide di contattare una vecchia amica del liceo. Da questo incontro Maria scoprirà che ci sono troppe emozioni che ha chiuso nel cassetto e capirà cosa vuol dire vivere davvero, avere una vita sociale e non un mondo inventato. Maria uscirà finalmente dalla sua safe zone e scoprirà la dura realtà che l’ha costretta a diventare una sognatrice ad occhi aperti.

Il libro è strutturato in due parti: nelle prime centosettanta pagine narra in prima persona Maria. Questo ci permette innanzitutto di comprendere i suoi sentimenti, ma anche di accompagnarla nella sua crescita, quasi come un romanzo di formazione. Il lettore infatti accompagnerà Maria fino alla scoperta della verità e quindi fino al crollo improvviso delle sue certezze.
La seconda parte invece è narrata dal punto di vista della mamma, Lucia. Lucia gioca un ruolo fondamentale in quanto sarà lei a rivelarci la realtà effettiva delle cose e renderci partecipi del trauma che ha scosso Maria.
Il romanzo è steso in maniera leggiadra. La scrittura è scorrevole e l’ idea davvero originale. Mi ha tenuta incollata alle pagine e credetemi se vi dico che l’ ho terminato in mezza giornata!!
Quella di Maria è una situazione che molti ragazzi si trovano ad affrontare. La sensazione di sentirsi inadeguati, diversi, distanti non ci deve spaventare. Deve essere da stimolo per un confronto. Non dobbiamo mai permettere alle nostre paure di impedirci di vivere esperienze nuove e conoscere gente nuova. Bisogna farsi coraggio e uscire dalla safe zone. Solo allora scopriremo che il lupo gigante di cui avevamo paura non è altro che un coniglio di piccola stazza.
Consiglieresti questo libro? Certo che lo consiglierei. È un piccolo tesoro che oltre alla semplice storia, ci regala un preziosissimo insegnamento.
Ci vediamo alla prossima recensione cari lettori. Buona giornata 🙂


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