Recensione "La strada" - McCarthy


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TitoloLa strada

AutoreCormac McCarthy

Casa editriceEinaudi

Pagine220

Data di pubblicazione2014

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Sembra quasi che la letteratura contemporanea si sia incrostata. I generi più gettonati ormai si sono ridotti a due: il “romance” ed il “distopico”. Ci chiediamo dunque perché valga la pena leggere libri che trattano tutti lo stesso argomento e che si somigliano tra loro. Bella domanda ragazzi.
Tra i due generi oggi parleremo del “distopico” o “post apocalittico”. Questo genere nasce proprio dalla domanda: “Cosa ne sarà del mondo tra cento, duecento, trecento o qualsivoglia anni?”
E qui l’ uomo risponde con la fantasia. Inizia ad immaginare macchine volanti, robot, viaggi su altri pianeti ma soprattutto: distruzione. Il distopico è proprio un anti-utopico. Mi domando perché quando l’uomo immagina il futuro cade sempre nel distopico. Ma vabeh

Chiusa questa parentesi torniamo al nostro argomento principale. Oggi parliamo infatti del famosissimo romanzo post apocalittico di Cormac McCarthy: “La strada”.

La trama è davvero così semplice e lineare che mi riuscirebbe impossibile anche fare spoiler.
I protagonisti sono un padre e un figlio, che l’ autore chiama semplicemente “uomo” e “bambino”. È intento dell’ autore infatti non fornirci alcuna informazione sulla loro identità.
“La strada” è il viaggio dei due protagonisti in uno sfondo post- apocalittico. Viaggiano verso l’oceano, nella speranza di trovarci un posto più accogliente dove stare. I pochi superstiti sono divisi tra buoni e cattivi: questi ultimi, purché sopravvivere, uccidono gli altri uomini e si nutrono di essi. (Va bene, questo potevo risparmiarvelo). Proprio per questo motivo i due protagonisti viaggiano muniti di una pistola per difendersi e di un carrello che contiene quelle poche scorte di cibo che riescono a racimolare lungo la strada.
Durante il loro viaggio l’azione è davvero ridotta al minimo, tanto che alcuni l’hanno trovato persino noioso. Allora perché io sono qui a consigliarvelo?
“La strada” è un capolavoro. È uno di quei libri che mi rimarranno impressi per sempre. Il finale è davvero commovente, ma innanzitutto per non fare spoiler e in secondo luogo per invogliarvi a leggere il libro, non ne parlerò.
McCarthy ha uno stile minimalista, ma allo stesso tempo ricchissimo. Nonostante il romanzo non sia il massimo dell’ azione, riesce a renderlo unico e ad invogliare nella lettura.
La vera protagonista non è la catastrofe che ha distrutto il mondo, bensì la natura, l’istinto di sopravvivenza, la fame.
Ciò che ha prodotto questo scenario viene infatti ridotto solo ad un flashback:

“Gli orologi si fermarono all’una e diciassette. Una lunga lama di luce e poi una serie di scosse profonde. Lui si alzò e andò alla finestra.
Cosa c’è?, disse lei.
Lui non rispose. Andò in bagno e premette l’interruttore ma la corrente era già andata via. Un debole bagliore rosato alla finestra. Lui si chinò su un ginocchio e alzò la levetta per bloccare lo scarico della vasca e aprì al massimo tutti e due i rubinetti. Lei era ferma sulla porta in camicia da notte, aggrappata allo stipite, una mano a sostenere il pancione.
Cosa c’è? Che succede?
Non lo so.
Perché ti fai il bagno?
Non mi faccio il bagno. ”

“La strada” è uno di quei libri che vale davvero la pena leggere. Lo stile di McCarthy è inconfondibile.
Questo libro merita cinque stelline su cinque.
Spero di avervi dato almeno un buon motivo per dare una chanche a questo libro. Ci vediamo al prossimo post!


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McCarthy la strada einaudi recensione parere la casa dei libri

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